Bartolina Sisa: la guerriera aymara che sfidò l’impero spagnolo

Bartolina Sisa (nata nel 1750 ca) fu protagonista insieme al marito Túpac Katari della più grande rivolta indigena contro il dominio coloniale spagnolo.

Nel 1781 guidò con determinazione un esercito di decine di migliaia di indigeni aymara e quechua, cingendo d’assedio per sei mesi la città di La Paz.

Quando Túpac Katari venne catturato, fu lei a prendere il comando delle operazioni militari. Sisa fu una stratega, una leader militare in prima linea. In un mondo dominato da gerarchie coloniali e razziste incarnava una tripla sfida: di genere, di etnia e di classe.

L’eroina indigena finì arrestata, torturata e brutalmente giustiziata dagli spagnoli. Il suo corpo venne smembrato ed esposto in pubblico, nel tentativo di soffocare la resistenza.

Gli intenti dei suoi assassini furono vani e oggi Bartolina Sisa è un simbolo della lotta dei popoli indigeni per la libertà e la dignità.

In Bolivia è una eroina nazionale e il 5 settembre, anniversario della sua morte, è celebrato come Giornata Internazionale della Donna Indigena.

Ricordarla significa dare voce a una storia cancellata, riconoscere che la lotta per i diritti delle donne e dei popoli oppressi ha radici profonde.

Si tratta di pagine di Storia che non ci vengono insegnate, che rimangono circoscritte in ambito locale, anche quando sono ancora vive, fonte di ispirazione quotidiana.