Aprire le menti scoprendo l’esistenza delle donne nella Storia

Ogni volta che cerco informazioni su una donna del passato trovo molte altre figure femminile collegate.

Ultimo esempio: stavo leggendo qualche informazione su Murasaki Shikibu (973 ca – 1014 -1025) scrittrice e poetessa giapponese, autrice di “Genji Monogatari” riconosciuta pietra miliare della letteratura mondiale e pensavo fosse unica. La solita eccezione. Invece …

Se parliamo di Murasaki scopriamo la figlia Daini no Sanmi una delle “trentasei poetesse immortali del Giappone”, oltre ad un numero elevato di artiste selezionate di epoche antecedenti al 1041 (data di morte di Fujiwara no Kintō compilatore dell’elenco). 

Quindi … cercando Shikibu scopriamo la figlia, l’esistenza di innumerevoli poetesse giapponesi e che esistevano anche altre scrittrici talentuose come Sei Shōnagon, autrice di “Note del guanciale”.

La vita imperiale di corte prevedeva l’isolamento delle donne ma dava la possibilità di esercitare una considerevole influenza tramite i vari salotti letterari. Il valore artistico ed intellettuale di queste donne era stimato: avere la migliore sotto la propria protezione era prestigioso e politicamente rilevante. 

Non conscendo la letteratura giapponese classica, né la vita alle corte imperiale posso solo ricordare che – pur nei limiti di un programma scolastico – sarebbe utile far presente che altrove, in questo caso in Giappone, sono esistite donne di talento (e sono esistite in tutte le epoche).

Anche solo menzionare Murasaki, dire che “Genji Monogatari” è considerato un capolavoro della letteratura, che sua figlia è stata una delle trentasei poetesse immortali, che la stessa Murasaki Shikibu aveva delle colleghe autrici a loro volta di capolavori, come Sei Shōnagon aiuta a ridare dignità alle donne del passato, ad avere una visione più completa del passato e … del presente.