L’opera “Regina Strinasacchi. Violinista nel Settecento europeo” di Giuseppe Schivardi, Gisa Steguweit e Maria Rita Bruschi rende giustizia ad una violinista che fino a pochi anni fa veniva ricordata principalmente come ispiratrice di una sonata per violino composta da Mozart.
Regina Strinasacchi (1762 -1839) nacque a Ostiglia, in provincia di Mantova e sin da giovane studiò musica e, intorno ai dodici anni, la ritroviamo a Venezia, dove si trovavano i migliori maestri, probabilmente ospite di uno zio, per studiare musica. (Cfr. p. 34)
Rientrata a casa, da Venezia, è considerata un prodigio. (Cfr. p. 35)
La sua fu una lunga carriera di violinista, ma anche suonatrice di chitarra e compositrice. I contemporanei le riconoscevano abilità nell’esecuzione, precisione, dolcezza e sentimento.
Regina, durante la carriera, viaggiò molto sia prima che dopo il matrimonio con il violoncellista Johann Conrad Schlick, con il quale si trasferì a Gotha dove l’uomo era alle dipendenze del principe Ernst II. (Cfr. p. 38)
In Germania amavano e apprezzavano la musica, l’arte, la cultura, le lingue classiche e l’italiano. In quest’ambiente Regina non era sola. Molti italiani, anche donne, lavoravano nel settore artistico e giravano il mondo e le corti. Tra questi anche alcuni parenti di Regina come la cugina Teresa che era una nota cantante. (Cfr. p. 40)
Tra i motivi per i quali dovremmo conoscere la violinista italiana citiamo anche quello di essere stata tra le prime donna al mondo, nel ruolo di primo violino, a condurre “un’orchestra tutta di uomini”, a Weimar. (Cfr. p. 41)
È importante ricordare che suonare il violino, all’epoca, era considerato poco consono per una dama; ancora di più viaggiare da sola e mantenersi, persino dopo il matrimonio, con la musica.
Regina lavorò per circa quarant’anni suonando e componendo da sola e in coppia con il marito, sia musica da sala che per orchestra.
Il suo strumento era uno Stradivari, regalatole dal padre a quindici anni e poi venduto a Louis Spohr e ora di proprietà della violinista israeliana, di origine romena, Miriam Fried.
Seppur nota come violinista, non bisogna dimenticare le doti da chitarrista che furono molto apprezzate dato che la duchessa Anna Amalia di Sassonia- Weimar amava questo strumento e organizzò un trio con lei, Henriette von Knebel, compositrice, pianista, maestra di musica e Regina Strinasacchi. (Cfr. p. 195)
Regina ebbe l’opportunità di conoscere Goethe, Mozart e Madame de Stael. Al concerto viennese del 29 aprile 1784 l’imperatore Giuseppe II assistette all’interpretazione musicale di Regina e Mozart. (Cfr. p. 131)
Di Regina, il padre di Mozart, Leopold, lodò lo stile e la passione affermando che “il suo adagio nessuno può suonarlo con più sentimento ed emozione di lei; tutto il suo amore e tutta la sua anima sono nella melodia che suona, e anche la sua sonorità è bella, così come la forza del suono”. (Cfr. p. 129)
La figlia di Regina, Caroline Schlick, fu anche lei un’artista, soprattutto cantante e pianista. Dopo il matrimonio continuò a lavorare e fu sempre ben pagata. Cose tutt’altro che scontate per una donna dell’epoca.
Di Regina si può dire che fu “una delle donne eccezionali della storia, riconosciuta come virtuosa del violini, moglie e madre di quattro figli”.
Ma nonostante ciò “non le fu mai dedicato un monumento e anche a Gotha niente la ricorda”. (Cfr. p. 242)