Anne Clifford: una vita di lotte e di costruzioni

Anne Clifford (1590 – 1676) venne defraudata della sua ricchissima eredità a favore di un parente maschio, nonostante la common law prevedesse, per la famiglia Clifford, una primogenitura anche al femminile.

Consapevole dei suoi diritti Anne intraprese una lunghissima lotta che la portò a riscoprire la storia della sua famiglia. Dalle ricerche in archivio emerse che le sue ave avevano portato le migliori terre ai Clifford. Questa consapevolezza le diede ancora maggiore forza nella sua lotta contro tutti i potenti del regno.

Il marito non l’appoggiò, il re, i dignitari, tutti gli uomini le furono ostili.

Solo le donne la sostennero, in primis la madre. Sappiamo che persino la regina le diede dei buoni consigli che contrastavano con la volontà del sovrano. Un’amica di Anne Clifford aveva informato la regina, che viveva separata da re Giacomo, di un prossimo colloquio tra l’ereditiera ed il re. La regina Anna suggerì ad Anne Clifford di non affidare la risoluzione del problema dell’eredità al sovrano perché l’avrebbe ingannata. Una regina che conosciuta la triste sorte di una suddita, pur ricchissima, la esorta a diffidare del sovrano.

Queste erano le reti di alleanza femminile: donne sole ma silentemente contro il potere. 

Clifford non si limitò a lottare tutta la vita per riaffermare i propri diritti, si occupò anche di beneficenza e di opere pie finanziando l’ospedale di St Anne a favore di donne vedove e anziane dell’area di Appleby.

Inoltre si occupò di costruire la propria memoria supervisionando la redazione dei “Great Books of Record” opera monumentale di trascrizione di documenti e biografie della famiglia Clifford. Una delle voci più lunghe la dedicò alla madre. Commissionò anche due trittici da regalare alle figlie.

I suoi diari giovanili, dopo centinaia di secoli, vennero pubblicati dalla poetessa e scrittrice Vita Sackville-West (1892 – 1962). Clifford era consapevole della sua forza, dei diritti, del valore e fece di tutto per cambiare la triste realtà. 

Grazie alla scrittura, alla ricerca riacquistò dignità e una voce arrivando a scegliere come raccontarsi, come mostrarsi nei dipinti, senza subire i racconti umilianti di chi voleva le donne silenziose e stupide.