Belle da Costa Greene, pseudonimo di Belle Marion Greener (1879 – 1950), figlia di Genevieve Ida Fleet insegnante di musica e di Richard Theodore Greener primo laureato nero di Harvard, riuscì a diventare bibliotecaria personale del magnate Pierpont Morgan e successivamente direttrice della Morgan Library di New York negando le origini africane.
Dopo la separazione dal marito Genevieve Ida Fleet decise, insieme ai figli, di cambiare nome e origine per cogliere le opportunità che all’epoca erano solo per i bianchi.
Alle persone di colore, anche laureate, erano preclusi i lavori interessanti e i quartieri più sicuri ed eleganti. L’unica e pericolosa soluzione era fingersi bianchi.
La famiglia di Belle era di pelle molto chiara, ma per la legge dell’epoca bastava una goccia di sangue africano per essere condannati.
E quando passavi dall’altra parte non potevi più frequentare i parenti neri, né tornare nel quartiere dell’infanzia; tutta la vita eri costretto a guardarti le spalle perché il carcere e peggio i linciaggi erano in agguato.
Per amore della cultura, in particolare dei libri, Belle si “finse” una donna bianca di origine portoghese. Così riuscì a lavorare presso la Princeton University Library dove conobbe il nipote del celebre finanziere e bibliofilo JP Morgan. Da qui iniziò la brillante carriera come bibliotecaria personale di JP Morgan.
Essere la bibliotecaria di Morgan significava trattare acquisti di libri, per cifre astronomiche, con mercanti di tutto il mondo. Questo ruolo apicale portò Belle ad essere una delle donne più pagate e ricche degli Stati Uniti.
La bibliotecaria promosse sempre la conoscenza permettendo agli studiosi di consultare le opere di Morgan, finché la biblioteca divenne pubblica e nel 1924 fu nominata prima direttrice della Morgan Library.
Intraprendente, coraggiosa, intelligente, colta e allo stesso tempo esuberante e appassionata.
Fra i suoi amori ricordiamo una celebrità dell’epoca: lo storico dell’arte Bernard Berenson. Uomo ambito da molte dame e venerato dai collezionisti d’arte. Di Berenson parleremo ancora non per le relazioni amorose con donne brillanti, ma per la relazione epistolare di natura esclusivamente intellettuale con una delle più brillanti scrittrici italiane del 900.
Alexandra Lapierre in “Belle Greene” ci fa conoscere la storia di questa donna straordinaria, che per l’amore dei libri rischiò la vita.