A volte pare che cultura scientifica e umanistica siano due squadre di calcio le cui tifoserie si odiano.
Invece illustri scienziati e letterati insegnano che i saperi non sono in contrasto: scienziati che amano la letteratura, l’arte, la musica; filosofi, letterati che amano le scienze.
Un bell’esempio ci viene da Sofja Vasilevna Kovalevskaja (1850 – 1891) matematica, fisica, attivista e scrittrice.
Una delle prime donne ad emergere nel campo della matematica e ad ottenere una cattedra universitaria, presso l’Università di Stoccolma, nel 1889.
Il nonno di Sofja era un noto matematico e la famiglia le fece prendere lezioni private di analisi matematica. A 18 anno contrasse un matrimonio di convenienza con uno studente per poter lasciare la Russia e studiare, anche se non ufficialmente, a Heidelberg.
La giovane si interessava anche di politica e fu una sostenitrice delle idee socialiste. Insieme al marito nel 1871 andò a Parigi, allora assediata, per curare i combattenti feriti. E partecipò anche alla liberazione dalla prigione del cognato Victor Jaclard, attivista della Comune di Parigi.
La giovane preparò ben tre diverse tesi di dottorato e ne conseguì una quarta che nel 1874 le valse il dottorato summa con laude presso l’Università di Gottinga. I risultati delle sue ricerche sono noti come “Teorema di Cauchy-Kovalevskaya”.
Matematica, attivista, donna appassionata e amante dell’arte. E solo la morte precoce non permise che venne scoperto il talento letterario di questa eclettica e per questo geniale mente.
Tra le opere letterarie più interessanti ricordiamo “Le memorie di George Eliot”; “Le memorie dell’infanzia”; “La lotta per la felicità. Due drammi paralleli”. Le opere letterarie, in particolare l’ultima, riflettono le visioni matematiche dell’autrice, in particolare quelle legate agli studi di Poincaré.
Quando sento sterili diatribe sul sapere scientifico in opposizione a quello umanistico e viceversa penso a questa brillante donna di scienza che si esprimeva anche attraverso la letteratura e la lotta politica. E nella letteratura esprimeva la sua ricchissima visione matematica del mondo e della vita.
Ricordiamo che Alice Munro, premio Nobel per la Letteratura, si è ispirata a Sofja per il racconto “Troppa felicità” pubblicato all’interno dell’omonimo libro.