Jane Austen: una donna brillante

Nell’immaginario comune Jane Austen (1775 – 1817) è una donna nubile, chiusa in casa a scrivere su foglietti storie bellissime ma solo immaginate. Geniale, ricca di fantasia ma ritenuta priva di ammiratori.

In realtà, leggendo “Jane Austen” di Claire Tomalin, scopriamo un’altra Jane: esuberante, abituata da bambina alle scorribande con altri monelli; con molti modelli femminili intraprendenti ai quali ispirarsi, dalle scrittrici alle amiche e parenti come Eliza. Inoltre, anche se priva di rendite, sceglie di non sposarsi pur avendo ricevuto una proposta molto vantaggiosa dal signor Bigg, fratello delle sue amiche. 

Ma anche le letture di Jane erano tutt’altro che convenzionali per la figlia di un reverendo! 

È probabile che conoscesse direttamente o tramite Eliza l’opera “Relazioni pericolose” di Choderlos de Laclos. Inoltre la “Lady Susan” di Austen parla di un don Juan al femminile: un’eroina adulta, superiore per intelligenza e forza, che sa essere sprecata nello stupido mondo dove vive e usa le convenzioni sociali a proprio vantaggio.

Ma, come spesso accade a Jane, scelse il silenzio, censurando la parte “della sua creatività più interessata alla malvagità femminile, specie se a sfondo sessuale”.

Pur non dichiarandosi apertamente a favore dell’emancipazione femminile Austen è una donna indipendente che fa dire alla sua eroina Anne: “Gli uomini hanno tutti i vantaggi nel raccontarci la loro storia. L’istruzione è sempre stata a loro uso esclusivo, fino ai più altri livelli, così come la penna è sempre stata nelle loro mani. Non permetterò che sia un libro a dimostrarmi alcunché”.