Laura Bassi una scienziata nella Bologna del Settecento

Laura Bassi (1711 – 1778) fisica e accademica è una delle prime docenti universitarie al mondo. Una figura importante non solo perché è una delle prime laureate e docenti al mondo, cosa che già giustificherebbe la nostra attenzione, ma anche perché è molto conosciuta e stimata dai suoi contemporanei. Potremmo definirla un modello, un faro per molte donne (e uomini) dell’epoca.

Conoscerla portò alcuni tra i più brillanti uomini dell’epoca a rivedere le loro convinzione sulle donne. Tra questi citiamo solo i più noti: Lazzaro Spallanzani, Cesare Beccaria e Alessandro Volta.

Nell’opera «Laura Bassi. Donne, genere e scienza nell’Italia del Settecento» di Marta Cavazza possiamo approfondire la figura di Laura Bassi, conoscere le particolarità di Bologna e scoprire altre importanti figure femminili.

Bologna fu speciale, una città senza precedenti, tanto da poterla definire un “paradiso delle donne” (Cfr. p. 49) non solo nel XVIII secolo ma anche nei secoli precedenti, dove troviamo figure più o meno leggendarie di donne impegnate a tenere lezioni all’università, come:

  • Accorsa che pare insegnasse giurisprudenza nel XII secolo;
  • Bitisia Gozzadini anche lei impegnata nell’insegnamento della giurisprudenza a metà del XIII secolo;
  • Alessandra Giliani, morta nel 1326, esperta nella dissezione e preparazione anatomica dei cadaveri;
  • Novella d’Andrea che nella seconda metà del Trecento sostituiva il padre, il canonista Giovanni ed era solita insegnare dietro una cortina per non distrarre i discenti (Cfr. p. 39)
  • Dorotea Bocchi docente nel XV secolo

Dal XV al XVIII a Bologna non abbiamo testimonianze di altre donne impegnate in ambito universitario.

Solo in questa città alcune donne, aiutate dalla famiglia, ebbero delle opportunità altrimenti impensabili. Laura Bassi colse l’occasione e grazie alla sua determinazione riuscì a non dover scegliere tra ricerca e famiglia. Al contrario, Cassandra Fedele, dotta dell’Università di Padova, a fine XV secolo fu costretta a lasciare gli studi e sposarsi. (Cfr. p. 40)

La città era quella giusta, la donna aveva capacità eccezionali e determinazione ma questi elementi non erano sufficienti da soli. Fu fondamentale l’appoggio di Prospero Lambertini, futuro papa Benedetto XIV, il quale aprì molte porte alle donne e a Laura in particolare. (Cfr. p. 49)

Laura aveva un’ottima preparazione matematica che la distingueva dai colleghi fisici, una mente eccezionale, il sostegno di un papa, e un marito che la sosteneva e le era collega, ovvero il fisico Giuseppe Veratti. Solo questi ingredienti permisero a una donna, in una città piuttosto aperta, di ottenere un posto da accademica non senza molti sacrifici.

Nel 1749 Laura aprì una scuola di fisica sperimentale nella sua casa. Fu un’attività molto apprezzata. (Cfr. p. 56) Anche lo stipendio era uno dei più alti dell’università. (Cfr. p. 57)

Nonostante la stima dei contemporanei fu comunque sempre molto limitata e ottenne una cattedra solo alla fine della sua carriera.

All’epoca non era intenzione di nessuno voler riconoscere alle donne un ruolo fuori dal perimetro casalingo. Laura quindi doveva rimanere una eccezione: una gloria per Bologna, ma non un modello per le altre donne. Nonostante ciò per diverse fu un faro. Tra queste citiamo la docente di greco Clotilde Tambroni e la laureata Maria Delle Donne.

Il desiderio di limitare l’attività delle donne in ambito scientifico non corrispondeva con la realtà e soprattutto con le intenzioni femminili. Nell’opera si citano alcune donne impegnate nel campo scientifico come:

  • Clelia Grillo Borromeo, che progettava di fondare a Milano un’Accademia scientifica;
  • Faustina Pignatelli, principessa napoletana al centro di un circolo di cultori di fisica e matematica (Cfr. p. 82)
  • Maria Angela Ardinghelli, napoletana, che tradusse un testo di Stephen Hales e corresse gli esperimenti inesatti (Cfr. pp. 85 -86).
  • Olimpia Agnelli Sessi, marchesa, che scoprì una particolarità negli occhi di alcune farfalle.

Alle nobili che traducevano testi scientifici diffondendo la conoscenza e a quelle che nei propri salotti ospitano scienziati e filosofi si aggiungono le familiari di scienziati come:

  • Lucia Galeazzi, collaboratrice del marito Luigi Galvani negli esperimenti
  • Marianna Spallanzani, che studiava scienze naturalistiche sotto la guida del fratello Lazzaro
  • Claudia Angelica Vallisneri, collaboratrice del padre, lo scienziato Antonio

Oltre a Laura Bassi e alla famosa Maria Gaetana Agnesi vengono ricordate la docente Anna Morandi Manzolini e la rodigina Cristina Roccati, prima donna a frequentare l’Università come studente a Bologna. (Cfr. p. 89)

Laura fu dottrice, lettrice, docente (dal 1776) e membro dell’Accademia delle Scienze. E «l’unica donna vissuta prima dell’Ottocento per la quale si possa parlare, senza anacronismi, di carriera scientifica e accademica». (Cfr. pp. 98 -99) La sua figura fu molto apprezzata e pubblicizzata dai contemporanei e dalla città di Bologna: persino l’Imperatore Giuseppe II, nel 1768, di passaggio si fermò per assistere ad un esperimento scientifico dimostrato da Laura. (Cfr. p. 25)

La scienziata fu usata a scopo pubblicitario, tanto da diventare un’attrazione del Grand Tour: i viaggiatori si fermavano a Bologna anche per assistere ai suoi esperimenti.

Un personaggio storico oggi parzialmente dimenticato ma che, all’epoca, fu molto importante tanto da annoverare tra i suoi discepoli e ammiratori scienziati di peso, che non si vergognarono a chiamare una donna con l’epiteto “maestra”. Tra questi spicca Lazzaro Spallanzani, che la chiamava “mia venerata Maestra” (cfr. p. 118).

La fama di Laura era nota in tutta Europa, tanto che ricevette studenti dall’Estero. Dalla Spagna arrivò, solo per studiare con lei, Casimiro Gomez Ortega, futuro naturalista e professore del giardino botanico di Madrid. (Cfr. p. 142) Anche in Germania era molto conosciuta, tanto che la prima laureata tedesca, Dorothea Erxleben, affermava di essere riuscita a completare la sua formazione universitaria grazie all’esempio di Laura Bassi (Cfr. p. 121)

Di lei la poetessa lombarda Francesca Manzoni diceva che era «la gloria principale del nostro sesso» (Cfr. p. 120)

Una scienziata nel Settecento, la prima in molti ambiti, riconosciuta dai massimi scienziati come maestra, ammirata da imperatori e poeti, sostenuta da un papa, esempio per le donne in Italia e per quelle di tutto il mondo, eppure poco nota. A tal proposito dobbiamo ricordare che solo negli ultimi decenni storici e soprattutto storiche, perlopiù straniere, hanno riscoperto il contributo di figure femminili come Laura Bassi, e di studiose meno conosciute ma non per questo poco interessanti. Tutto ciò non per diletto, ma per offrire una visione completa della storia e della storia della scienza.