Lucy Burns: una vita spesa per i diritti civili

Lucy Burns (1879 -1966) è stata una famosa ed energica attivista e suffragista.

Durante la sua attività a favore dei diritti umani, in particolare del voto alle donne, venne arrestata innumerevoli volte e subì continue violenze ed umiliazioni. Oggi la sua eredità è riconosciuta, la sua storia ammirata ed elogiata, ma non era così a inizio ‘900.

Quando nel 1917 venne arrestata per l’ennesima volta Burns si unì ad Alice Paul e ad altre recluse in uno sciopero della fame. Le detenute reclamavano i loro diritti, si consideravano prigioniere politiche.

Dall’interno della prigione organizzò lotte e proteste insieme alle altre detenute fino a quando non venne scoperta, trasferita e messa in isolamento.

Quello stesso anno subì, sempre in prigione, quella che viene ricordata con il nome di “notte del terrore”: violenze feroci e privazione di cure. Alle torture le detenute risposero con tre giorni di sciopero della fame.

Lucy Burns venne alimentata a forza da cinque persone, tramite le narici. Questa ulteriore violenza le provocò forti emorragie. 

Burns, dopo che negli Stati Uniti le donne ottennero il diritto di voto, si ritirò. Non perché ritenesse di aver raggiunto tutto. Anzi. L’attivista era stanca, amareggiata. Troppe persone non avevano mosso un dito mentre lei veniva picchiata, incarcerata. 

I diritti non sempre (anzi quasi mai) cadono dal cielo, soprattutto quelli che riguardano le donne.

Spesso dimentichiamo che per ottenere il diritto di voto le donne dovettero lottare e molte vennero picchiate, umiliate, incarcerate … per qualcosa che oggi ci appare dovuto ed intoccabile.