Margaret Cavendish e il suo “Mondo Sfavillante”

Testo di @vero_p99

Ultima di otto figli, nasce nell’Essex, in Inghilterra, in una famiglia della piccola aristocrazia terriera di fede monarchica. Fu damigella d’onore della regina Henrietta Maria, consorte di Carlo I, con la quale visse a Oxford e poi seguì durante l’esilio parigino, durante il quale sposò William Cavendish, duca di Newcastle, già vedovo e di trent’anni più anziano. Letterato, poeta, autore drammatico, egli fu anche protettore di Hobbes.

Margaret fu tra le prime donne a essere ammessa alla Royal Society di Londra, presenziando a una seduta il 30 maggio 1667, durante la quale assistette a vari esperimenti, tra cui quello con la famosa camera d’aria di Boyle.

In un’epoca in cui le donne non avevano proprietà né di sé stesse né dei loro beni, Margaret riuscì a prendere parola e a occuparsi di filosofia, grazie al peso politico e al prestigio del marito, il quale le permise di scrivere “coverture”.

Autrice di numerose opere di varia natura (trattati, #romanzi, opere teatrali e biografie), tra le quali la più significativa è The Blazing World (1666), ovvero Il mondo sfavillante, il suo capolavoro.

È un racconto utopico, il primo scritto da una donna e con protagonista una donna. Tuttavia, come ha osservato Maria Grazia Nicolosi nell’introduzione alla traduzione italiana «risulta riduttivo etichettare quest’opera semplicemente come la prima utopia scritta da una donna. [Infatti] Cavendish ha mescolato le carte immettendo nel proprio testo elementi del romanzo sentimentale, del racconto fantastico, del viaggio immaginario verso altri mondi, della speculazione proto-fantascientifica sulle moderne tecnologie, del testo di divulgazione scientifica-filosofica, della satira, dell’oratoria, persino dell’allegoria morale a sfondo autobiografico» (p. 63).

Ciò che più colpisce di quest’opera è il rifiuto dell’idea di superiorità della specie umana rispetto a tutto il creato, operato attraverso la detronizzazione dell’uomo e la critica all’antropocentrismo patriarcale e allo specismo, oltre che la necessità di sfidare i limiti personali, geografici e ideologici. Ecco perché leggere Margaret Cavendish oggi risulta estremamente attuale.