Marie Curie: i pregiudizi e le maldicenze contro la scienziata

Sapere che la più nota scienziata ha rischiato di non accedere all’Università fa riflettere. E Marie Curie, all’epoca Maria Skłodowska prima dovette trasferirsi in Francia, perché le donne in Polonia non potevano accedere agli studi universitari, quindi dovette attendere di avere ventiquattro anni per iniziare l’Università. 

Gli studi e i risultati ottenuti sono noti: sappiamo che dopo la laurea alla Sorbona in fisica e matematica si dedicò alle sostanze radioattive. E con il marito Pierre Curie, nel 1898, riuscì ad isolare una piccola quantità di un nuovo elemento chiamato polonio in onore della Patria di Marie. Quindi proseguì gli studi sul radio.

Marie fu straordinaria per gli studi, per i risultati, per la vita e per le scelte.

Ad esempio decise di non depositare il brevetto internazionale per il processo di isolamento del radio, lasciandolo libero! 

Geniale sì, ma sempre donna e vittima dei pregiudizi. Infatti nemmeno un premio Nobel le garantì uno scudo contro le malelingue. Tanto da rischiare di non vedersi riconoscere il secondo premio Nobel a causa di una relazione con un lo scienziato Paul Langevin, sposato.

Cercarono in tutti i modi di distruggere Marie Curie perché donna fuori dagli schemi che vedova si permetteva di frequentare un uomo sposato. Arrivarono persino a pubblicare le lettere d’amore rubate dipingendola come una donna dedita, oltre a rovinare le famiglie, ad attività maschili (la scienza).

Pochi le furono solidali, tra questi ricordiamo Albert Einstein. Mentre i più, guidati dall’odio e dai pregiudizi, la disprezzavano per le origini straniere e la famiglia polacca ebraica. 

Alla fine il premio Nobel, il secondo, le fu assegnato e lei partecipò alla cerimonia, anche se le avevano suggerito di non presentarsi.

L’epilogo della storia fa riflettere: innanzitutto l’uomo con cui aveva una relazione, Langevin, si separò e poi tornò dalla moglie, quindi ebbe una relazione con un’altra donna … ma questa volta nessuno disse nulla!

E Marie “la polacca” da guardare con sospetto oggi è un’eroina, un’icona per la Francia, un orgoglio.

E per noi un modello universale da ammirare per le capacità, l’intelligenza, il coraggio e la tenacia.